jeudi 5 mai 2022

Amanda Lear dézingue le mouvement #MeToo : "On a le choix dans nos existences"

Dans le recueil Quelles vies !, signé Vincent Remy et Jean-Philippe Pisanias et publié aux éditions Buchet Chastel ce jeudi 5 mai, l'artiste Amanda Lear a dézingué le mouvement #MeToo.

Quinze destins hors du commun
De Vincent Remy, Jean-Philippe Pisanias

Amanda Lear a toujours eu la langue bien pendue. L'artiste à la voix grave, récemment opérée du cœur, avait ainsi révélé être payée pour apparaître à la télé, avait flingué le biopic consacré à Salvador Dali (dont elle était la muse) et même dévoilé quelles stars étaient fans de ses chansons. Mais, dans l'ouvrage Quelles vies !, publié ce jeudi 5 mai aux éditions Buchet Chastel par Vincent Remy et Jean-Philippe Pisanias, celle qui s'en était violemment pris aux anti-masques a un autre mouvement dans sa ligne de mire : #MeToo, grâce auquel des victimes de harcèlement, agressions sexuelles et viols ont pu témoigner, notamment dans le milieu du cinéma.

Amanda Lear : "On ne se rend pas dans la chambre d'hôtel d'un producteur"

Comme certaines victimes du producteur Harvey Weinstein, magnat déchu d'Hollywood, Amanda Lear avait elle-même été conviée dans une chambre d'hôtel pour, officiellement, parler d'un rôle. Elle raconte avoir fui de la chambre du réalisateur Darryl Zanuck, où l'attendait également une "bimbo blonde" en "nuisettes et porte-jarretelles". Près d'un quart de siècle plus tard, elle analyse : "J'ai fait une connerie : on ne se rend pas dans la chambre d'hôtel d'un producteur. Et s'il vous reçoit en pyjama, on lui dit : 'Je vous attends au bar'. On se barre avant que la situation ne s'envenime".

Amanda Lear : "Il ne faut pas accepter n'importe quoi pour décrocher un rôle"

Et la star la pièce de théâtre Divina a un avis plus que tranché sur la marche à suivre en cas d'agression : "On le dénonce toute de suite. On n'attends pas 40 ans pour dire : 'M. Polanski m'a mis la main au cul'. C'est ce qui m'agace dans le mouvement #MeToo, comme si toutes ces actrices découvraient tardivement les choses". Amanda Lear continue : "On a le choix dans nos existences. On n'est pas obligé de tout accepter. On peut dire non, et puis c'est tout ! Vous me manquez de respect ? Non, ça ne m'intéresse pas. Thank you very much. Il ne faut pas accepter n'importe quoi pour décrocher un rôle".

par Jade Olivier pour ...

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Amanda Lear : "Je n'ai jamais été très famille"

La chanteuse et comédienne à la voix grave, qui a récemment subi une opération du cœur, explique ainsi avoir quitté le domicile de sa mère alors qu'elle était encore mineure, des rêves de luxure plein les yeux : "Pourquoi aurais-je dû accepter une petite vie désargentée alors que, de l'autre côté de la rue, paradaient des gens bien habillés ?". Elle rejoint à 17 ans son père outre-Manche : "Je voulais aller où ça brillait. De toute manière, je n'ai jamais été très famille". Au point que cette "championne de la retouche photo" ne fait pas le déplacement pour lui rendre un dernier hommage.

Amanda Lear sur sa mère : " Je l'avais placée dans un Ehpad assez luxueux, 3 000 ou 4 000 euros par mois"

"J'étais en tournée. Si j'ai des regrets ? Non", assène l'artiste. Avant de préciser : "Ma mère a eu une vieillesse sympa. Je l'avais placée dans un Ehpad assez luxueux, 3 000 ou 4 000 euros par mois, avec minibar et écran plat. Je pense que je me suis bien comportée, j'avais promis de m'occuper d'elle, je l'ai fait, je n'ai rien à me reprocher de ce côté-là". Elle conclut : "Non, parce que si, en plus, on doit développer un sentiment de culpabilité au prétexte qu'on n'accompagne pas personnellement ses géniteurs jusqu'à la fin, où va-t-on ?". De sa mère, le grand public sait d'ailleurs peu de choses. Dans l'ouvrage, la muse de Salvador Dali précise rapidement qu'elle avait "du sang russe, oriental".



mardi 3 mai 2022

Amanda Lear ... A DALÌ DISSI CHE PREFERIVO MAGRITTE ....

 “A DALÌ DISSI CHE PREFERIVO MAGRITTE. LUI LO DISPREZZAVA, ERA GELOSO, DICEVA CHE ERA SOLO UN PICCOLO ARTIGIANO” – AMORI E BOLLORI DI AMANDA LEAR: "HO SEMPRE AVUTO UOMINI SQUATTRINATI. TUTTI, MAI AVUTO UNO RICCO. ANZI NO, UNO L'HO AVUTO, ERA L'EREDE DELLA DINASTIA TEDESCA DEGLI OPEL, MI AVEVA REGALATO UNA ROLLS ROYCE. MI CI VEDE, A GUIDARE UNA ROLLS ROYCE PER LE VIE DI LONDRA? MOLTI RAGAZZI GIOVANI MI FANNO ANCORA LE AVANCES E IO..."

Piero Degli Antoni per “il Resto del Carlino”


Amanda Lear, lei a gennaio ha subito un'operazione al cuore. Le hanno sostituito una valvola. È vero che l'ingresso all'ospedale non è stato così piacevole ?


«Sono arrivata lì con la mia valigetta, e l'addetta alla reception, dopo avermi fatto compilare tutti i moduli, mi ha chiesto un assegno. 'Ma come ?', ho detto io.

'Non ho neanche visto la stanza... ' 'Non si sa mai', ha risposto lei. Un mese fa ho partecipato a una festa a Parigi per l'abolizione delle mascherine, c'era Carla Bruni, c'era Jean Paul Gautier, tutti 'Ciao, ciao darling!', baci e abbracci. Risultato: ci siamo tutti presi il Covid. L'ho passato abbastanza bene, ma la stanchezza e la mancanza di appetito ci sono ancora».

Parlando di muscolo cardiaco, quale è la sua canzone del cuore ?

«Ho registrato centinaia di canzoni, e 20 album, non sono dei capolavori, lo so. Potrei dire 'Follow me' o 'Sphinx', ancora adesso non sono male. Come tutti gli artisti ho dovuto fare tormentoni che vendessero. Adesso ho fatto un disco come omaggio alla canzone d'autore francese».

Il suo artista del cuore ?

«Joaquim Patinir, ci sono dei quadri bellissimi al Prado. A Madrid, quando ci andavo con Salvador Dalì, stavamo in un albergo proprio di fronte al Prado. Di pomeriggio lui immancabilmente faceva la siesta. Così attraversavo la strada e andavo al museo. Benché l'abbia frequentato per 15 anni, i quadri di Dalì non mi piacciono, preferisco De Chirico o Magritte. Lui disprezzava Magritte, era geloso, diceva che era solo un piccolo artigiano».

Il suo film del cuore ?

«Sono sempre impazzita per i musical americani. Quando stavo a Parigi c'era un cinema che faceva delle intere giornate dedicate ai musical, ogni sera andavo a vedere Gene Kelly, Fred Astaire, Judy Garland, Vincent Minnelli. Mi vedevo quattro o cinque film di seguito, entravo alle 8 e uscivo alle 4 di mattina. Erano film in technicolor, e il technicolor non ha dei colori reali, io poi mi fumavo le canne e vedevo tutto in technicolor...La mia cultura cinematografica è tutta lì, quando vado al cinema non voglio soffrire né piangere, mi voglio divertire. Lo scopo di un artista è farti sognare».

Il suo libro del cuore ?

«Ora non leggo più tanto come una volta. Adoro Agatha Christie, mi è piaciuto molto anche 'Profumo' di Suskind. Quando ero una figlia dei fiori leggevo molti libri di esoterismo, le poesie di Khalil Gibran, i libri di Paolo Coelho».

Il suo uomo del cuore ?

«Mio marito (Alain-Philippe Malagnac d'Argens de Villèle, morto nel 2000 in un incendio, ndr). Nella vita ci si innamora una volta sola, se quell'amore sparisce ci possono essere altri piccoli amori, passioni che durano un po' e poi finiscono. Sento ancora la sua mancanza. Il mio grande amore adesso è per me stessa, ho imparato ad accettare i miei difetti. Faccio quello che voglio, sono asociale, selvaggia, mangio quando voglio, mi vesto come voglio. Tutte le donne dovrebbero scoprire questa indipendenza».

Ha parlato di difetti. Qual è il suo peggiore ?

«Sono incredibilmente gelosa non solo in amore, ma anche nelle amicizie. E poi ho l'ossessione del controllo, penso sempre che io farei meglio di chiunque altro. Quando viene la donna delle pulizie, dopo controllo ciò che ha fatto e non sono mai soddisfatta. Per questo non ho mai voluto un manager».

È vero che nel suo testamento ha lasciato tutto ai gatti ?

«Ma è una fake news! Non è possibile lasciare l'eredità ai gatti. Si può lasciare a una fondazione, già collaboro con un'organizzazione che sostiene il diritto a morire dignitosamente. Sostengo l'eutanasia. Macron aveva promesso che si sarebbe occupato del problema ma, come con tutte le altre promesse, non ha fatto niente. Ancora adesso ci tocca andare a Zurigo per poter morire in pace.

Per quanto riguarda l'eredità, voglio lasciare tutto a posto. Dei miei quadri non so cosa faranno, non sono all'altezza di finire in un museo. Ma dipingere è il segreto del mio equilibrio, davanti a una tela sono sempre di buon umore. È un lavoro artigianale che fai da solo, non hai bisogno di vestiti, luci, microfoni. Mi evita di andare ogni settimana dallo psicanalista».

Lei è una spendacciona...

«I soldi sono lì per essere spesi. Non capisco quelli che li mettono via per quando saranno vecchi... ma io non sarò mai vecchia! Compro borse, scarpe, viaggi, contribuisco a varie fondazioni. Un diamante no, perché poi cosa te ne fai? Lo lasci in cassaforte. Oppure invito a cena tutti i miei amici, e pago io. Cos' è questa storia che una donna non deve pagare? Perché?»

Ha sempre detto che i suoi fidanzati erano tutti morti di fame...

«Tutti, mai avuto uno ricco. Anzi no, uno l'ho avuto, era l'erede della dinastia tedesca degli Opel, mi aveva regalato una Rolls Royce, di un blu celeste metallizzato. Mi ci vede, a guidare una Rolls Royce per le vie di Londra? I miei amici mi prendevano in giro. Preferisco i ragazzi che fanno un lavoro manuale, che conoscono il valore dei soldi, che non li hanno ereditati da papà».


 Molti ragazzi giovani le fanno ancora le avances...

«Il mondo è cambiato, i ragazzi di oggi sono più sfacciati, hanno il coraggio di avvicinarti e dirti 'sei bella, mi piaci'. Una volta c'era la barriera sociale, adesso non più, soprattutto grazie alle discoteche, dove si mescolano vip, star, gente comune, ricchi, poveri. Oggi viviamo in una società dell'immediatezza, tutto deve avvenire subito, una volta si corteggiava, adesso si vuole subito una donna, si vuole diventare subito famosi».

E alle avances dei ragazzi come reagisce ?

«Sono lusingata. Ci hanno fatto credere che, passata una certa età - 40-50-60 - le donne scadessero come lo yogurt. Invece questi ragazzi ti trovano ancora bella e attraente. Anche se poi non si conclude niente, ognuno torna a casa sua, è bello sapere che qualcuno si interessa ancora a te».

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