jeudi 28 juillet 2016

AMANDA LEAR: ' LA MIA SESSUALITÀ E’ STATA SEMPRE CIRCONDATA DA UN’AURA DI MISTERO ? LA VERITÀ È CHE...

Dalí ? "Fingeva di aiutarmi ma mi sabotava". Celentano? "Diceva che portavo sfortuna". Dopo tv, canzoni e teatro, ora la diva Amanda torna al cinema per interpretare una nonna.........



ROMA. AMANDA Lear attende nel giardino della villa dietro la moschea che fa da set al film di Cosimo Messeri Metti una notte. Le riprese sono terminate, nell'afa, qualche minuto fa. Vestiti colorati e trucco perfetto, l'attrice, 69 anni, dipende dalla versione della leggenda, porge il bell'ovale al vento, sorseggia acqua, spilucca frutta fresca: "Cosimo mi ha affidato il ruolo di nonna esuberante e ottimista che se ne frega di tutto e si mette nei guai. Negli ultimi sette anni ho girato film in Germania, Francia, Spagna. Solo in Italia sono ancora nella gabbia: televisione, cantante disco, stop. Ho avuto la fortuna di frequentare Antonioni, Bertolucci. Con Mauro Bolognini girammo lo spot del "Nano ghiacciato". Fu il primo a dirmi "sei una star, devi fare il cinema". E invece qui mi chiamano solo per fare l'ospite o l'opinionista in tv. Grazie, no. Ho le idee chiare sulla carriera".

Le ha sempre avute?
"Mia madre non ha avuto una bella vita. Era religiosa, rassegnata al suo destino. Io no. Se dall'altra parte della strada vedo gente che si diverte l'attraverso".

A Londra negli anni Sessanta non mancava il divertimento.
"Altroché. Ho vissuto il mondo creativo e giovane dei Rolling Stones, dei Beatles. Ogni giorno un'idea e tutti che si frequentavano. Dalí andava a cena con Picasso. Oggi si immagini se Koons va a cena con Botero... Io ero la modella di Mary Quant, mi portò in America per presentare la sua minigonna. Ogni mattina in una tv diversa. Austin, Baton Rouge, Little Rock, ci siamo fatte insultare dappertutto: "Che schifo, vergognati". Ma era divertente. Io non ho fatto carriera per la bellezza. Tutti questi artisti, Bowie e Dalí, in me vedevano una donna aperta, divertente, estrosa. Oggi sono chiacchierona, allora stavo zitta, guardavo e imparavo. Dalí e Warhol erano le star, io nell'ombra, a scuola di fama. In pubblico Dalí smetteva di essere il gentiluomo che conoscevo per recitare il suo personaggio".

E lei come recita Amanda Lear?
"In tv faccio l'ironica, l'imbecille, sbaglio l'italiano. Faccio quello che vuole la gente. Certo nessuno si interessa alle mie angosce". Ha avuti momenti difficili. "Tutto è stato difficile, sempre. Quando sette anni fa mi buttai nel teatro tutti ridevano: alla prima prova di lettura mi presentai con l'intero copione a memoria. Sono una professionista".



Preparano un film tratto dal suo libro "La mia vita con Dalí".
"Sì. Una produzione canadese. Si sono fatti avanti tutti, Pacino, Johnny Depp, Banderas, Brody. Ho potere decisionale nella scelta, anche per quanto riguarda chi mi interpreterà. Anni fa mi proposero Claudia Schiffer. Lei mi disse: "Bello il libro, chi te lo ha scritto?" e io "Grazie cara, chi te lo ha letto?"".

Lei è sempre stata circondato da un'aura di mistero.
"Mah, sul mio sito c'è scritto tutto. La verità è che mi interessava fare carriera. Tutto era buono per farmi notare. Ero provocatoria come oggi Miley Cyrus, Rihanna, Beyoncé, le considero le mie figlie. La più brava, anche se veste da cani, è Lady Gaga. Oggi per me una cantante è voce e microfono. Mina, la Vanoni. Ho appena fatto un disco. Let me entertain you. Dopo 18 album e 27 milioni di copie vendute di robaccia, mi sembra di essere una cantante per la prima volta. Ho inciso dal vivo, con l'orchestra. Finora avevo conosciuto solo sintetizzatori".

Bowie la spinse a cantare.
"Credeva in me. Mi mandò due anni a studiare canto dalla cattivissima Florence, mi dava certi colpi sullo stomaco... Mi misero sotto contratto. Ma lui aveva iniziato a prendere tanta droga. Mi sono stufata, sono andata a Monaco. I tedeschi mi hanno rivoluto con la voce roca da notte insonne e sigarette. La disco music non mi piaceva, volevo fare il rock. A Roma mi cantavano appresso "Voulez-vous..." un tormentone. Madonna come la odio quella canzone. È orrenda".

Poi è arrivata la tv berlusconiana.
"Berlusconi mi chiamò per gli show del sabato sera. Erano i tempi di Fantastico, c'era la novità di Stryx. Ricordo un brano in cui canto e dietro a me, a seno nudo, Barbara D'Urso. In Mediaset mi affiancarono ad Andrea Giordana, litigavamo perché non ci stavo a fare la soubrette oca e lo riempivo di ironia. Lui si offendeva, al pubblico femminile piacevo".

Al cinema non è andata bene.
"Dalí fingeva di aiutarmi, in realtà mi sabotava. Mi spedì a Roma da Fellini, girava a Cinecittà La città delle donne. Federico mi vede e mi dice: "Ma tu sei una modella, io cerco una donna straripante, culona".

Diceva che ero troppo magra e mi portava con la Masina al ristorante, ordinava piattoni di pasta: "Mangia, mangia" ". Ha fatto un film con Celentano.
"Il primo girato in Italia. Zio Adolfo in arte Führer. Un disastro. Interpretavo una cantante tedesca
alla Dietrich, ma Celentano, superstizioso, si convince che Marlene porta sfiga, poi dà la colpa a me e al mio vestito viola del flop. Il film era orrendo ". Altri rimpianti? " Nessuno. Nella vita ho fatto dischi orrendi e sbagliato molto. Ma rifarei tutto".




mardi 26 juillet 2016

"Let me entertain you” è il titolo del nuovo album di Amanda Lear Amanda ospite a "Popular"

Un doppio cd che raccoglie le molteplici sfaccettature musicali di questa straordinaria artista che da "regina della disco music" negli anni '70 è riuscita ad evolversi, senza dimenticare la sua “anima musicale” che, come scopriremo tra poco, è soprattutto rock. Sì, dice l’artista, “Let me entertain you” è il mio diciottesimo album, il primo fu pubblicato nel ’77 quindi il prossimo anno festeggerò 40 anni di carriera. Un traguardo che considero importante: la mia carriera in Italia ebbe inizio negli anni ’70, quando fui chiamata da Pippo Baudo per un programma della Rai.


Proprio nel’77 uscì “La febbre del Sabato Sera”, era un periodo in cui la gente voleva divertirsi, la mia casa discografica mi spinse a registrare cose dance, anche se in realtà io ero ancorata al rock, avendo collaborato all’inizio della mia carriera, quando vivevo a Londra, con David Bowie e con Bryan Ferry dei Roxy Music.

Mi sono lanciata con diversi album che hanno sfruttato il filone della “Disco Music” che in quel momento era molto prolifico, dopo un po’mi sono accorta che era arrivato il momento di cambiare, anche se la casa discografica era contraria, avevo voglia di evolvermi e di migliorare. La rinascita della “Disco Music” ha riportato in auge quel genere musicale, ma io volendo continuare il mio processo di evoluzione grazie anche all’esercizio vocale che ho fatto in teatro, decisi di realizzare qualche anno fa, un tributo ad Elvis Presley.
Proprio in quel periodo per la prima volta ho lavorato con veri strumenti musicali, dal momento che ai tempi della disco erano i sintetizzatori gli effetti elettronici a farla da padrone, ho potuto cantare dal vivo e mi sono accorta che potevo fare canzoni che uscivano da un determinato repertorio, mi è piaciuta l’idea di poter cantare diversamente.



Il disco è stato creato con questo spirito: proporre qualcosa di diverso
Si, ho ideato un album che è una sorta di spettacolo, con brani del mio vecchio repertorio ma anche con grandi classici della musica francese e internazionale, che anni fa non avrei potuto cantare. I miei brani non puntano solo sulla musica ma anche sull’interpretazione, che nasce dalla mia esperienza in teatro. Oggi “vivo” e interpreto la canzone in modo molto teatrale. Inoltre mi sono anche messa a scrivere brani nuovi, devo dire che l’accoglienza della gente è stata meravigliosa, il pubblico ha riscoperto l’Amanda Lear cantante dal momento che negli ultimi anni mi sono dedicata soprattutto al Teatro. Il pubblico italiano mi ha accolto sempre con grande affetto.



Com’è nato il disco?
Lo scorso anno ho trascorso tutto il tempo in sala d’incisione lavorando accanto a musicisti veri che mi hanno fato riscoprire i suoni acustici come la chitarra o il violino, che ai tempi della “disco” non avevo potuto apprezzare. Un lavoro che mi ha portato a valorizzare cantanti come Paul Anka e Frank Sinatra, e soprattutto Cole Porter; qualcosa di “contagioso” dal momento che anche Lady Gaga recentemente ha collaborato con Tony Bennett. Nel modo di cantare in questo disco mi sono ispirata a Marlene Dietrich, una donna che anche oggi per i tedeschi rappresenta un punto di riferimento, non c’è più stata una donna come lei: un mito intramontabile.



A “Let me entertain you”collabora un giovane molto interessante
Si, c’è un duetto con Gianluca de Robertis, un autore giovane, mi sono innamorata della sua voce che trovo molto particolare e sensuale, che ha voluto collaborare con me un giovane che non solo ha la capacità musicali ed artistiche, ma apprezza anche la musica del passato che però risulta sempre attuale. Io amo molto il rock e fui molto contenta quando i Cccp ripresero il mio successo del periodo disco: “Tomorrow”, facendolo diventare una “ballata ipnotica”. Ora spero di riuscire a realizzare il progetto della tournée non necessariamente fatta in spazi ampi, ma anche “raccolti”, con un vero contatto con la gente

.Direct Link TG COM 24

jeudi 7 juillet 2016

AMANDA LEAR: LA VOCE PIÙ CHE IL FISICO È IL MIO STRUMENTO DI SEDUZIONE. COME MARLENE DIETRICH.....

THE VOICE OF AMANDA - “LA DISCO NON ESISTE PIU’. MADONNA, BEYONCÉ, JENNIFER LOPEZ SCULETTANO PER FARE MUSICA. IL ROCK? NON BASTA INDOSSARE UN GIUBBOTTO DI PELLE, E’ UNA FILOSOFIA -LA VOCE PIÙ CHE IL FISICO È IL MIO STRUMENTO DI SEDUZIONE. COME MARLENE DIETRICH" 


Attrice, cantante e modella, Amanda Lear pubblica un nuovo album (con dvd), con brani dal pop al jazz, fino alla cover di «Macho man» - “La parola trasgressione non esiste neanche più; è tutto superato, omologato. Oggi chi fa vera musica sta fermo davanti a un microfono e canta”... 




Quattro anni fa era ancora in passerella, sfilando a Parigi per la collezione di Jean Paul Gaultier... Difficile star dietro a tutti i suoi progetti, anche oggi che ha abbondantemente superato i 70 anni e lavora a teatro (spettacoli parigini come La candidate e Panique au ministère), dopo essere passata più volte dalla nostra tv con programmi che vanno da Il brutto anatroccolo a Si può fare! di Carlo Conti.

Modella, pittrice, attrice, musa e amante di Salvador Dalì ma soprattutto cantante, Amanda Lear torna con il nuovo album Let Me Entertain You (con brani che spaziano da un sofisticato pop jazz alla cover di Macho Man passando per Smile di Chaplin e un duetto inedito col cantautore Gianluca De Rubertis) a due anni di distanza dal suo disco-tributo a Elvis Presley. Risponde al telefono da Parigi dove, dice, «fa un freddo cane».



Come mai questo ritorno in grande stile?
«I miei fan si lamentavano che da tempo non facevo uno spettacolo... Del resto negli ultimi sette anni sono stata presa dal teatro. Così ho deciso di offrir loro un vero show su disco (doppio) più un dvd che rende ancora meglio l' idea della festa».

Un bel regalo...
«Sì, in tempi tanto neri c' è bisogno di un po' di ottimismo, per questo ho scelto brani come Smile. Ho scritto tante canzoni impegnate in passato, qui invece non c' è messaggio, ma la voglia di rappresentare un futuro più roseo».

Lei è stata la regina della trasgressione, cosa c' è di trasgressivo oggi?
«La parola trasgressione non esiste neanche più; è tutto superato, omologato. Madonna, Beyoncé, Jennifer Lopez non hanno inventato nulla... Non è più il momento di sculettare per fare musica. Chi fa vera musica sta fermo davanti a un microfono e canta».



Lo dice proprio la ex regina della disco?
«Sono stata un simbolo per i ragazzi che andavano in discoteca, la gente ha grande nostalgia per quel periodo - persino personaggi come Dolce & Gabbana - ma per me la disco non esiste più. Oggi c' è la dance, che è tutta un' altra cosa».



Però ha rifatto Macho Man...
«È un classico dei Village People e nessuno l' ha mai ripreso. Soprattutto una donna e, inutile negarlo, alla donna piace l' uomo macho».

La sua voce così roca l' ha facilitata o le ha creato problemi?
«All' inizio mi hanno criticata, ma io ho sempre utilizzato la voce più che il fisico come strumento di seduzione. Oggi tante cantanti come Patty Pravo hanno abbassato di un' ottava la voce, sarà la vecchiaia... La mia invece s' è alzata perché ho allenato, con la recitazione, i muscoli della gola».



Come ci si sente ad essere un sex symbol?
«Al centro dell' attenzione. Il mio modello fisicamente era Sandie Shaw, fu così che iniziai a fare la modella. Ma a una certa età è importante che la gente si innamori della tua voce, come Marlene Dietrich che cantando era sensuale anche a 80 anni».

Cosa pensa del rock di oggi?
«Oggi molti sono convinti che per fare rock basti indossare un giubbotto di pelle e jeans strappati. È tutto troppo commerciale, non sono più i tempi d' oro di Jimi Hendrix ed Eric Clapton».



O di Elvis...
«Gli ho dedicato un disco perché è un mito assoluto, altro che Michael Jackson! Pensi che Elvis frutta ancora 50 milioni di dollari l' anno in diritti alla sua famiglia».
 
Di rocker ne ha conosciuti.
«Negli anni ruggenti a Londra sono stata molto amica di Brian Jones e poi ho avuto una storia con David Bowie. Quello era un mondo davvero libero e sperimentale; con Bowie incisi il mio primo disco ma non uscì, non ricordo più perché».



E con Salvador Dalì?
«Mi ha insegnato molte cose, soprattutto a scoprire l' artista che è in me (nel 2007 è stata insignita in Francia dell' Ordine delle Arti e delle Lettere per il suo contributo all' Arte, ndr), ma preferirei parlare del presente».

suoi progetti allora.
«A giugno sarò in Italia per girare un film con Cosimo Messeri, ex assistente di Nanni Moretti, poi farò uno show per la Rai da Sorrento e infine partirà la mia tournée musicale».


dimanche 3 juillet 2016

Amanda Lear & Salvador Dali & Andy Warhol: Encounters in New York and Beyond....

Amanda Lear & Salvador Dali & Andy Warhol: Encounters in New York and Beyond....


June 26, 2016: A book exploring the relationship of Andy Warhol to Salvador Dali by Torsten Otte is due to be published in August 2016. The book compares the biographical details of the two artists in addition to covering the possible artistic influences and the various encounters of the two artists - which were more often than is usually assumed.
The 400+ page book is quite an achievement. Otte has been working on it for a considerable amount of years and it is well-researched. Sources include emails from Billy Name, Gerard Malanga and Benedetta Barzini and conversations with Phillip Halsman's daughter Irene, Warhol's (deceased brother) Paul Warhola, Brigid Berlin, William S. Wilson, James Warhola, Serendipity founder Stephen Bruce, Udo Kier, Vincent Fremont, Cornelia Guest, Benjamin Liu, Vito Giallo, Wynn Chamberlain, Brigid Berlin, Harold Stevenson, and a considerable amount of other people who had contact with either or both artists. In addition to the abundance of information, there is also an excellent selection of more than 50 photographs.
The book is published by Scheidegger & Speiss. More details on the publisher's website here which also includes a table of contents and a "look inside" sample of pages from the book, including a photo of Dali and Amanda Lear in Paris.



samedi 2 juillet 2016

Amanda Lear " Sa dernière Provocation à Roma .... Italia ""

Amanda Lear n'en rate pas Une .... Elle vient de poser une photo prise par son jeune amant juste en sortant du lit ..... En plein tournage Cinéma à Cinecitta ( Les studios italiens de cinéma ) à Roma ... 
La belle en a profité pour aller faire quelques courses à coté à Cinécitta 2 , un grand centre commercial très attractif, pour rencontrer un beau serveur d'une magnifique Trattoria ...
Aussitôt elle a posé l'image sur son Instagram Private ....



“Nude in Rome”. È l’ultima provocazione di Amanda Lear. La musa del pittore Salvador Dalì sfoggia un fisico inviabile. La modella, cantante e attrice regala ai suoi tanti follower uno scatto in cui appare nuda con solo un lembo di stoffa leopardato sulle parti intime. Davvero inviabile il fisico di Amanda Lear che dimostra di essere una leggenda vivente. Non è la prima volta che Amanda mostra le sue forme. Già lo scorso anno era stata paparazzata a Saint Tropez in compagnia del suo nuovo fidanzato: e anche in quel caso aveva sfoggiato un fisico perfetto e invidiabile.
Insomma una musa e una leggenda a tutti gli effetti. Amanda Lear ha intrapreso la sua carriera come modella all'inizio degli anni sessanta, distinguendosi per una certa androginia, che colpì anche il pittore surrealista Salvador Dalí, per il quale posò spesso.


In una recente intervista rilasciata a IoDonna ha parlato proprio della sua incredibile carriera: da Dalì a David Bowie passando per Andy Warhol. Amanda ha sempre detto che è successo tutto per caso e le sue frasi lo confermano.“Contrariamente a tante ragazze che frequentano la scuola di recitazione e magari hanno in testa un piano per la propria carriera, io non ho mai fatto nessun progetto. Credo tantissimo nel destino, credo che qualcuno decida i miei incontri, anzi, ne sono convinta: magari entro in un ristorante e toh, c’è Woody Allen! Ed è così che dev’essere la vita: ho incontrato Dalí completamente per caso in una discoteca, ho conosciuto David Bowie per caso, Bryan Ferry lo stesso, Andy Warhol idem. Andy Warhol era molto furbo, interessante. Quello che mi affascinava di Bowie, invece, era che non era colto, aveva parecchie lacune, ma faceva di tutto per essere all’altezza”.