samedi 2 juillet 2016

Amanda Lear " Sa dernière Provocation à Roma .... Italia ""

Amanda Lear n'en rate pas Une .... Elle vient de poser une photo prise par son jeune amant juste en sortant du lit ..... En plein tournage Cinéma à Cinecitta ( Les studios italiens de cinéma ) à Roma ... 
La belle en a profité pour aller faire quelques courses à coté à Cinécitta 2 , un grand centre commercial très attractif, pour rencontrer un beau serveur d'une magnifique Trattoria ...
Aussitôt elle a posé l'image sur son Instagram Private ....



“Nude in Rome”. È l’ultima provocazione di Amanda Lear. La musa del pittore Salvador Dalì sfoggia un fisico inviabile. La modella, cantante e attrice regala ai suoi tanti follower uno scatto in cui appare nuda con solo un lembo di stoffa leopardato sulle parti intime. Davvero inviabile il fisico di Amanda Lear che dimostra di essere una leggenda vivente. Non è la prima volta che Amanda mostra le sue forme. Già lo scorso anno era stata paparazzata a Saint Tropez in compagnia del suo nuovo fidanzato: e anche in quel caso aveva sfoggiato un fisico perfetto e invidiabile.
Insomma una musa e una leggenda a tutti gli effetti. Amanda Lear ha intrapreso la sua carriera come modella all'inizio degli anni sessanta, distinguendosi per una certa androginia, che colpì anche il pittore surrealista Salvador Dalí, per il quale posò spesso.


In una recente intervista rilasciata a IoDonna ha parlato proprio della sua incredibile carriera: da Dalì a David Bowie passando per Andy Warhol. Amanda ha sempre detto che è successo tutto per caso e le sue frasi lo confermano.“Contrariamente a tante ragazze che frequentano la scuola di recitazione e magari hanno in testa un piano per la propria carriera, io non ho mai fatto nessun progetto. Credo tantissimo nel destino, credo che qualcuno decida i miei incontri, anzi, ne sono convinta: magari entro in un ristorante e toh, c’è Woody Allen! Ed è così che dev’essere la vita: ho incontrato Dalí completamente per caso in una discoteca, ho conosciuto David Bowie per caso, Bryan Ferry lo stesso, Andy Warhol idem. Andy Warhol era molto furbo, interessante. Quello che mi affascinava di Bowie, invece, era che non era colto, aveva parecchie lacune, ma faceva di tutto per essere all’altezza”.



Aucun commentaire:

Enregistrer un commentaire