dimanche 21 juin 2020

Amanda Lear, artista, cantante, pittrice tra le più note in Italia ...

“IN PASSATO DICEVO 'HO CHIUSO LA 'BOUTIQUE', MA SCHERZAVO. NON È COSÌ” - AMANDA LEAR A ‘UN GIORNO DA PECORA’: “FLIRT? NELLA MIA CASA IN PROVENZA HO 5 STANZE, NON MI SENTO MAI SOLA…” – DALI’? UN MACHO MA SI TRUCCAVA I BAFFI, CON LA MATITA NERA. TANTO CHE QUANDO MI DAVA IL BACIO DELLA BUONANOTTE…" - BORIS JOHNSON? UN CRETINO PATENTATO, TRUMP PREPOTENTE – E SULLA SUA ETA’ RIVELA CHE… 





Amanda Lear, artista, cantante, pittrice tra le più note in Italia ed in Europa, oggi si è raccontata ad Un Giorno da Pecora, la trasmissione di Rai Radio1, che l'ha raggiunta telefonicamente nella sua abitazione in Provenza. “Sono nella mia casa nel sud della Francia, con i miei gatti.

 

Ne ho avuti fino a 13, ho avuto anche qualche capretta, perché amo gli animali”, ha esordito la Lear. 
E' vero che giovedì ha festeggiato il suo compleanno ? 
“No, il mio compleanno è il 18 novembre, compirò 74 anni”. Secondo alcuni lei farebbe gli anni il 18 giugno... “No, assolutamente no”, ha precisato l'artista a Un Giorno da Pecora. 

Come passa la maggior parte del suo tempo a casa ? 
“Io adoro dipingere. In passato dipingevo molti nudi, sia femminili che maschili”.




A proposito di uomini, ultimamente ne sta frequentando qualcuno ? 
“Scherzando in passato dicevo 'ho chiuso la 'boutique', ma non è così. Vi assicuro che anche passati i 60 o i 70 ci sono comunque tanti ragazzi che ti fanno i filo. Una donna ha sempre fascino, anche con l'ironia, la sicurezza e la voglia di vivere si può sedurre, al di là dell'età”.

 
Quand'è stata l'ultima volta che ha avuto un flirt con un uomo ? 
“Diciamo che in questa bella casa che ho in Provenza ho cinque stanze, dunque c'è sempre posto per aver qualche amico che passa a farmi compagnia, non mi sento mai sola”. 

Lei ha avuto una carriera straordinaria: si è mai fatta il conto delle cifre che ha guadagnato ? 
“Ho guadagnato tantissimo. Ma ho anche speso tantissimo: sono una spendacciona. Spendo per tutto, per la casa, per gli animali, per i viaggi, che spesso ho regalato”.

 Qual è il viaggio più costoso che ha regalato ? 
“Una viaggio lunghissimo, in prima classe, dove andammo anche in India.

 Queste cose costano...”

 Lei conobbe molto bene Salvator Dalì. Che tipo era ? 
“Molto passionale, molto spagnolo, ogni domenica andava alla corrida ed era un macho spagnolo tipico, un maschilista. Ma ha avuto una grandissima influenza nella mia vita, siamo stati insieme 16 anni e da lui ho imparato tantissimo, ho imparato come pubblicizzarmi, far parlare di me. Tantissime cose".

Le piacevano i suoi iconici baffi ? 
“Lui si metteva una specie di cera per farli tenere su dritti. E ogni mattina si truccava i baffi, con la matita nera. Tanto che quando mi dava il bacio della buonanotte mi rimaneva il segno sulla fronte”. 

Politicamente lei si sente più di destra o di sinistra ? 
Non faccio politica, ho un passaporto britannico, adoro la regina anche se Boris Johnson è un cretino totale. La regina Elisabetta è meravigliosa, politicamente sono royalista, penso che il meglio per un paese sia aver un re meraviglioso che stia lì fino alla morte, così non c'è bisogno di cambiarlo ogni cinque o sei anni”.

 Donald Trump le piace ? 
“Mi fa un po' paura, cambia idea ogni cinque secondi, non è il mio genere di uomo, prepotente...”



jeudi 18 juin 2020

Amanda Lear: « Salvador Dalì ? Mi mandò da Fellini »

Amanda Lear: «Persi tutto, mio marito e la mia casa. Ma ho saputo ricominciare. 
Salvador Dalì? Mi mandò da Fellini»

Un cameo nella commedia « Si muore solo da vivi » di Alberto Rizzi, dal 18 giugno sulle piattaforme. « Fellini mi faceva abbuffare, con Antonioni si rideva. Ora amo dipingere »

di Stefania Ulivi


 «Capisco bene la voglia di non arrendersi raccontata nel film di Alberto Rizzi. Il protagonista ha perso tutto nel terremoto in Emilia ma non si arrende all’idea che tutto debba finire così. Anche io ho avuto una tragedia terribile nella vita. Ho perso tutto nell’incendio della mia casa, mio marito (Alain-Philippe Malagnac, ndr), i ricordi, i quadri, tutto. Ma devi farti forza e ricominciare, lo so». Amanda Lear è nel cast della commedia Si muore solo da vivi, prodotto da Nicola Fedrigoni e Valentina Zanella, per KPlusFilm distribuito da Fandango, on demand da domani sulle principali piattaforme, con Alessandro Roia e Alessandra Mastronardi.



È un’opera prima, come l’hanno convinta?
«Amo lavorare con i giovani, hanno luce e quando sentono il mio nome non si fermano ai cliché. Accetto volentieri, come ho fatto con «Metti una notte» di Cosimo Messeri. Non si sa mai, forse sono gli Scorsese e Coppola di domani, il talento va incoraggiato».

Lei appare in un cameo, che personaggio è?
«Sono Giusi Ganaglia, una specie di impresaria musicale che se la tira un po’ a cui si rivolge il protagonista, ex leader di una band. Girare in Emilia, a Correggio, è stato bello. Mi hanno raccontato questa storia della saponificatrice, su cui Bolognini girò Gran bollito, non l’avevo mai sentita. La sera in hotel guardavo la saponetta con una certa inquietudine… Scherzo, sono stata benissimo, quando potevo andavo a Bologna a trovare i miei amici. Amo l’Italia. Sarei voluta tornare ora ma con il virus non si può».



Dove ha passato il lockdown?

«In Provenza a casa mia, sono scappata da Parigi all’inizio di marzo. Stranamente dopo tutto questo tempo in campagna quasi quasi non ci torno più. Il lavoro non c’è. E poi, a cosa serve correre come dei matti: sfilate, fashion week, serate? Mi manca il teatro, quello sì e non vedo come potrà veramente ripartire».

Nella sua vita ha vissuto esperienze straordinarie.
«Ho fatto di tutto di più. Se ci ripenso la cosa più sorprendente è il successo con la musica, pezzi come Tomorrow, ho venduto 28 milioni di dischi. Non mi considero grande cantante, lo sono Mina e Ornella Vanoni. Adoro la musica, ho sempre cercato di migliorare. Ora lavoro a un nuovo album, ho registrato tre pezzi, anche uno bellissimo del maestro Riz Ortolani. La mia voce è ancora lì, fare teatro mi aiuta, è un muscolo. Come andare in palestra».



Vita straordinaria e incontri straordinari.

«Fantastici e imprevisti. Chi si aspettava mai di trovare in un locale Salvador Dalì, o che un’amica mi presentasse David Bowie? Creativi, geniali, ho imparato tante cose, liberato la creatività. E ogni incontro ne ha portati altri».

Per esempio?
«Appena conosciuto Dalì, ero una ragazzina, mi disse: “Se vuoi ti mando da Fellini ti farà lavorare”. Salgo su un aereo direzione Roma. Era a Cinecittà, girava forse Satyricon. Mi guarda e dice: “Sei bellissima, a me serve una gigante con tre teste, una nana, non una modella alta, magra e bionda. Torna a trovarmi quando sarai brutta”. Adesso potrei andare ma non c’è più lui. Mi ha portato al ristorante con Giulietta Masina e mi hanno fatto abbuffare di pasta. E poi mi ricordo Bolognini, con cui ho fatto gli spot del Nano ghiacciato e Antonioni che una sera a cena, a dispetto dei suoi film seriosi, mi faceva ridere con le barzellette. Ora mi piacerebbe lavorare con gente come Sorrentino, posso fare la parte di una nonna un po’ pazzesca, una cattiva».



Come passa le giornate?

«Una volta vivevo di notte e la mattina dormivo. Ora mi alzo prestissimo, mi godo il sole, il giardino, cucino, faccio cruciverba, sento gli amici, non posso annoiarmi. E dipingo. È la mia terapia. Quadri con colori accesi, non sarò mai una tipa in bianco e nero, sono sempre la ragazza dei fiori».

Programmi?
«Mi dicono: devi pensare a mettere via soldi per la vecchiaia. Non sarò mai vecchia, perché devo mettere i soldi da parte? Li spendo e si vedrà».