BOLOGNA - «Come cominciò? Per caso, come tante cose importanti della mia vita. È la mia grande fortuna. Non ho mai cercato niente. Né David, né Salvador, né Andy. David, poi, era anche bruttino». David sta per Bowie, gli altri sono Dalì e Warhol. La modella-cantanteattrice francese con Bowie condivise letto, amicizia e passioni intellettuali tra il 1974 e il 1976. Fu amore? Per lei, sì. «Lui invece s’innamorò di una foto». Però fu lei a voltargli le spalle. Amanda Lear stasera è ospite al Mambo di via Don Minzoni (ore 19, ingresso gratuito) in un incontro del ciclo «About Bowie» (un’occasione per visitare la mostra «David Bowie» is aperta la sera) in cui, moderata dal critico musicale Enzo Gentile, svelerà particolari della sua relazione con il Duca Bianco. In questo periodo l’artista è in Italia per l’inaugurazione di una mostra di suoi quadri al Crocetti di Roma con Vittorio Sgarbi e per presentare l’ultimo album, Let me entertain you . La raggiungiamo al telefono. Al secondo tentativo. Al primo c’è la sua voce sensuale che avverte: «Lascia il nome, ti richiamerò. Se mi va». Per nostra fortuna, le andava.
Signora Lear, sorprende il suo definire Bowie bruttino.
«Diciamo allora che era proprio brutto! Mingherlino, pallido, con quei denti storti, l’occhio con la pupilla spalancata per via di quel pugno... ora tutti non fanno che dire quanto era bello. Elvis Presley lo era, ma David, proprio no».
Come la conquistò?
«Aveva un grande fascino. Ed era gentile, romantico. Mi piaceva anche la sua curiosità. Appena gli nominavo qualche libro lui il giorno dopo lo leggeva già. Ci scambiavamo film, libri, fumetti. Era aperto a tutto, mica come tante rockstar che pensano sempre al loro piccolo mondo, alla segretaria, al manager... Che noia».
Cosa lo incuriosiva di più delle sue proposte culturali?
«La mia passione per il Giappone. Quando gli ho fatto conoscere lo stilista Kansay Yamamoto fu felicissimo». Lui invece le aprì la strada alla musica... «Se arrivai al successo con Tomorrow fu grazie a lui. “Hai una voce bellissima”, mi diceva sempre. Una cosa mai sentita da nessuno dei rocchettari che avevo conosciuto prima».
A dire il vero il suo primo album, «I Am a Photograph », quello che conteneva «Tomorrow», alludeva al vostro rapporto...
«E glielo dicevo anche: io per te sono solo una fotografia. Era vero. Lui s’innamorò di quella cover dell’album For Your Pleasure dei Roxy Music dove apparivo in nero, tacchi a spillo, aggressiva, con quella pantera nera al guinzaglio: il contrario dell’immaginario femminile di quei tempi».
Ambiguità sessuale a livelli altissimi.
«Sì, ma era moda. Lui veniva da Ziggy Stardust, eravamo nel periodo tra Aladdin Sane e Young Americans. Il periodo più truccato della sua storia. Poi si raddrizzò i denti e si imborghesì e io andai incontro alla disco music. Erano i tempi dei Village People, di Grace Jones. Si truccavano tutti».
Visto da una donna, come si truccava Bowie?
«Usava più trucco di me! Ma mi dava più fastidio che non si struccava mai e sporcava tutto il cuscino».
Visto da artista, invece?
«David non inventava nulla. Il glam rock nacque coi New York Dolls. Però lui sapeva prendere qua e là e il suo talento era ricreare da quello che prendeva. Come fa Madonna».
Perché a un certo punto lo lasciò?
«Mi ero stufata. Lo avevo seguito a New York, ma a Berlino ho detto basta. Era diventato troppo schiavo della droga».
Non vi siete sentiti mai più?
«Mai più. Ma non mi interessava tanto neanche la sua musica».
((( Après avoir "suicidé" son personnage de Ziggy Stardust sur scène le 3 juillet 1973 à l'Hammersmith Odeon de Londres, Bowie ressuscite son personnage de Ziggy pour un tout dernier album qui sort en octobre de la même année. "Pin Ups" est un album composé uniquement de reprises, le musicien a envie de se faire plaisir et reprend quelques titres qui l'ont influencé dans les années 60. Outre des reprises des Who, de Pink Floyd (période Syd Barrett), des Kinks ou des Yardbirds, on retrouve aussi une très belle reprise d'un groupe nettement moins connu, The Merseys, formation originaire deLiverpool, qui aura l'occasion de partager la scène avec les Beatles ou encore Gerry & The Pacemakers au mythique "Cavern Club". Ce titre, c'est "Sorrow" que Bowie va magnifier sur "Pin Ups" et en faire d'ailleurs un 45 tours à succès.
Pour assurer la promo de ce titre et cet album, Bowie apparaitra plusieurs fois à la télévision, notamment ici pour ce clip vidéo très sulfureux en compagnie d'Amanda Lear ...
Amanda Lear reprendra ce titre en 2009 sur son double album "" Brief Encounters """ )))
Amanda Lear reprendra ce titre en 2009 sur son double album "" Brief Encounters """ )))
Cosa resterà secondo lei di David Bowie?
«La sua storia unica che affascinerà a lungo. Anche gli artisti emergenti ne sono influenzati. Come lui forse solo i Beatles».
Come ha reagito alla notizia della sua morte?
«Me l’aspettavo. Sapevo da amici che era malatissimo da tempo».
Ha ascoltato il suo ultimo album?
«Sì e ho visto anche il video di Lazarus. L’ho trovato orrendo. Scioccante. Sapeva che stava morendo ma ha voluto esprimere il suo esibizionismo malato. Come fece a Dalì quando si mostrò a tutti indebolito e vulnerabile. Sono cose che non capisco».
Quell’atto di Bowie è considerato l’ultima sua opera d’arte.
«Non ne ho dubbi. È parte della sua arte provocatoria che colpisce, fa pensare e riflettere ».
Corriere di Bologna
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