Un doppio cd che raccoglie le molteplici sfaccettature musicali di questa straordinaria artista che da "regina della disco music" negli anni '70 è riuscita ad evolversi, senza dimenticare la sua “anima musicale” che, come scopriremo tra poco, è soprattutto rock. Sì, dice l’artista, “Let me entertain you” è il mio diciottesimo album, il primo fu pubblicato nel ’77 quindi il prossimo anno festeggerò 40 anni di carriera. Un traguardo che considero importante: la mia carriera in Italia ebbe inizio negli anni ’70, quando fui chiamata da Pippo Baudo per un programma della Rai.
Proprio nel’77 uscì “La febbre del Sabato Sera”, era un periodo in cui la gente voleva divertirsi, la mia casa discografica mi spinse a registrare cose dance, anche se in realtà io ero ancorata al rock, avendo collaborato all’inizio della mia carriera, quando vivevo a Londra, con David Bowie e con Bryan Ferry dei Roxy Music.
Mi sono lanciata con diversi album che hanno sfruttato il filone della “Disco Music” che in quel momento era molto prolifico, dopo un po’mi sono accorta che era arrivato il momento di cambiare, anche se la casa discografica era contraria, avevo voglia di evolvermi e di migliorare. La rinascita della “Disco Music” ha riportato in auge quel genere musicale, ma io volendo continuare il mio processo di evoluzione grazie anche all’esercizio vocale che ho fatto in teatro, decisi di realizzare qualche anno fa, un tributo ad Elvis Presley.
Proprio in quel periodo per la prima volta ho lavorato con veri strumenti musicali, dal momento che ai tempi della disco erano i sintetizzatori gli effetti elettronici a farla da padrone, ho potuto cantare dal vivo e mi sono accorta che potevo fare canzoni che uscivano da un determinato repertorio, mi è piaciuta l’idea di poter cantare diversamente.
Il disco è stato creato con questo spirito: proporre qualcosa di diverso
Si, ho ideato un album che è una sorta di spettacolo, con brani del mio vecchio repertorio ma anche con grandi classici della musica francese e internazionale, che anni fa non avrei potuto cantare. I miei brani non puntano solo sulla musica ma anche sull’interpretazione, che nasce dalla mia esperienza in teatro. Oggi “vivo” e interpreto la canzone in modo molto teatrale. Inoltre mi sono anche messa a scrivere brani nuovi, devo dire che l’accoglienza della gente è stata meravigliosa, il pubblico ha riscoperto l’Amanda Lear cantante dal momento che negli ultimi anni mi sono dedicata soprattutto al Teatro. Il pubblico italiano mi ha accolto sempre con grande affetto.
Com’è nato il disco?
Lo scorso anno ho trascorso tutto il tempo in sala d’incisione lavorando accanto a musicisti veri che mi hanno fato riscoprire i suoni acustici come la chitarra o il violino, che ai tempi della “disco” non avevo potuto apprezzare. Un lavoro che mi ha portato a valorizzare cantanti come Paul Anka e Frank Sinatra, e soprattutto Cole Porter; qualcosa di “contagioso” dal momento che anche Lady Gaga recentemente ha collaborato con Tony Bennett. Nel modo di cantare in questo disco mi sono ispirata a Marlene Dietrich, una donna che anche oggi per i tedeschi rappresenta un punto di riferimento, non c’è più stata una donna come lei: un mito intramontabile.
A “Let me entertain you”collabora un giovane molto interessante
Si, c’è un duetto con Gianluca de Robertis, un autore giovane, mi sono innamorata della sua voce che trovo molto particolare e sensuale, che ha voluto collaborare con me un giovane che non solo ha la capacità musicali ed artistiche, ma apprezza anche la musica del passato che però risulta sempre attuale. Io amo molto il rock e fui molto contenta quando i Cccp ripresero il mio successo del periodo disco: “Tomorrow”, facendolo diventare una “ballata ipnotica”. Ora spero di riuscire a realizzare il progetto della tournée non necessariamente fatta in spazi ampi, ma anche “raccolti”, con un vero contatto con la gente
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Proprio nel’77 uscì “La febbre del Sabato Sera”, era un periodo in cui la gente voleva divertirsi, la mia casa discografica mi spinse a registrare cose dance, anche se in realtà io ero ancorata al rock, avendo collaborato all’inizio della mia carriera, quando vivevo a Londra, con David Bowie e con Bryan Ferry dei Roxy Music.
Mi sono lanciata con diversi album che hanno sfruttato il filone della “Disco Music” che in quel momento era molto prolifico, dopo un po’mi sono accorta che era arrivato il momento di cambiare, anche se la casa discografica era contraria, avevo voglia di evolvermi e di migliorare. La rinascita della “Disco Music” ha riportato in auge quel genere musicale, ma io volendo continuare il mio processo di evoluzione grazie anche all’esercizio vocale che ho fatto in teatro, decisi di realizzare qualche anno fa, un tributo ad Elvis Presley.
Proprio in quel periodo per la prima volta ho lavorato con veri strumenti musicali, dal momento che ai tempi della disco erano i sintetizzatori gli effetti elettronici a farla da padrone, ho potuto cantare dal vivo e mi sono accorta che potevo fare canzoni che uscivano da un determinato repertorio, mi è piaciuta l’idea di poter cantare diversamente.
Il disco è stato creato con questo spirito: proporre qualcosa di diverso
Si, ho ideato un album che è una sorta di spettacolo, con brani del mio vecchio repertorio ma anche con grandi classici della musica francese e internazionale, che anni fa non avrei potuto cantare. I miei brani non puntano solo sulla musica ma anche sull’interpretazione, che nasce dalla mia esperienza in teatro. Oggi “vivo” e interpreto la canzone in modo molto teatrale. Inoltre mi sono anche messa a scrivere brani nuovi, devo dire che l’accoglienza della gente è stata meravigliosa, il pubblico ha riscoperto l’Amanda Lear cantante dal momento che negli ultimi anni mi sono dedicata soprattutto al Teatro. Il pubblico italiano mi ha accolto sempre con grande affetto.
Com’è nato il disco?
Lo scorso anno ho trascorso tutto il tempo in sala d’incisione lavorando accanto a musicisti veri che mi hanno fato riscoprire i suoni acustici come la chitarra o il violino, che ai tempi della “disco” non avevo potuto apprezzare. Un lavoro che mi ha portato a valorizzare cantanti come Paul Anka e Frank Sinatra, e soprattutto Cole Porter; qualcosa di “contagioso” dal momento che anche Lady Gaga recentemente ha collaborato con Tony Bennett. Nel modo di cantare in questo disco mi sono ispirata a Marlene Dietrich, una donna che anche oggi per i tedeschi rappresenta un punto di riferimento, non c’è più stata una donna come lei: un mito intramontabile.
A “Let me entertain you”collabora un giovane molto interessante
Si, c’è un duetto con Gianluca de Robertis, un autore giovane, mi sono innamorata della sua voce che trovo molto particolare e sensuale, che ha voluto collaborare con me un giovane che non solo ha la capacità musicali ed artistiche, ma apprezza anche la musica del passato che però risulta sempre attuale. Io amo molto il rock e fui molto contenta quando i Cccp ripresero il mio successo del periodo disco: “Tomorrow”, facendolo diventare una “ballata ipnotica”. Ora spero di riuscire a realizzare il progetto della tournée non necessariamente fatta in spazi ampi, ma anche “raccolti”, con un vero contatto con la gente
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